Per una corretta gestione finanziaria dell'azienda è necessario garantire che quest’ultima sia in grado di far fronte alle esigenze di liquidità in ogni momento.
Il margine di tesoreria (o posizione finanziaria netta di breve termine) è un buon indicatore della salute dell’impresa a breve termine, in quanto misura il suo grado di indipendenza finanziaria e corrisponde, in valore assoluto, alla capacità dell’azienda di sostenere le passività a breve termine, usando le disponibilità liquide e le attività facilmente liquidabili.
Niente paura, questi termini possono sembrare complessi ma è tutto più semplice di quello che sembra!
Il margine di tesoreria, in pratica, corrisponde alla differenza fra la liquidità e i debiti di breve periodo.
Margine di tesoreria = Attività liquide (o facilmente liquidabili) - Debiti di breve periodo
Con attività liquide di un’azienda si intendono tutte le risorse disponibili che possono essere usate per finanziare le sue operazioni. In pratica, la cassa. Depositi bancari e postali, assegni, denaro, titoli e crediti finanziari a breve termine.
I debiti, invece, sono tutti in pagamenti che l’azienda deve sostenere per finanziare la sua attività:
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Stipendi dei dipendenti
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Pagamento dei fornitori
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Spese di affitto
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Oneri sociali
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Tasse e oneri fiscali
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In generale, tutti i debiti a breve termine necessari per lo svolgimento delle attività aziendali (spese di manutenzione, acquisto materie prime, acquisto attrezzature, etc)
Gli scenari possibili:
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Quando la liquidità dell'azienda è maggiore dei suoi debiti a breve termine, il margine di tesoreria è positivo. A prima vista, la sua situazione finanziaria è quindi sana. L’azienda è in grado di far fronte a tutte le sue spese senza bisogno di aiuti finanziari esterni.
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Quando le attività liquide e i debiti a breve termine dell'azienda si equiparano, il margine di tesoreria è pari a zero e la situazione finanziaria risulta quindi in equilibrio. L’azienda non ha bisogno di finanziamenti ma si trova in una situazione delicata perché non sarà in grado di far fronte a eventuali spese eccezionali.
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Quando la liquidità disponibile è inferiore ai debiti a breve termine, il margine di tesoreria è negativo e l'azienda non risulta avere risorse sufficienti. Apparentemente, avrà quindi bisogno di un sostegno finanziario per continuare a svilupparsi.
Facciamo un esempio per capire meglio:
Massimo è il direttore di una PMI specializzata nel noleggio di automobili.
Le attività liquide della sua azienda (tutti i fondi disponibili in contanti, sul conto bancario e i titoli e strumenti finanziari prontamente convertibili) ammontano a 100.000€. I suoi debiti a breve termine comprendono il pagamento delle tasse e degli oneri sociali e fiscali, il pagamento degli stipendi e la manutenzione dei veicoli. Il loro valore è di 50.000€.
Per calcolare la sua posizione finanziaria netta, Massimo esegue il calcolo:
Attività liquide - debiti a breve termine = posizione finanziaria netta
(100.000€ - 50.000€ = 50.000€)
L’azienda di Massimo ha una posizione finanziaria netta di 50.000€: la sua cassa è in positivo.
La posizione finanziaria netta di lungo termine
È utile precisare che il margine di tesoreria equivale alla posizione finanziaria netta di breve termine di un’azienda, che è differente dalla posizione finanziaria netta di lungo termine.
Quest’ultima, infatti, è la differenza fra le attività finanziarie di breve, medio e lungo termine e le passività a breve, medio e lungo termine.
Questo significa che un’azienda potrebbe avere una posizione finanziaria netta di breve termine negativa ma una di lungo termine positiva: è il caso in cui, ad esempio, le passività a breve termine risultino superiori alle attività liquide a breve termine ma ampliando l’arco temporale al lungo periodo le attività risultino maggiori delle passività.
Questo ci fa capire come, per ogni imprenditore, sia fondamentale avere consapevolezza tanto della posizione finanziaria netta di lungo termine quanto del margine di tesoreria. Il monitoraggio e la gestione del flusso di cassa, così, diventano dei preziosi strumenti per mantenere un equilibrio fra entrate e uscite anche nel breve periodo. Il rischio, altrimenti, è che a danneggiarsi sia anche la posizione finanziaria di lungo termine.